Il bronzetto nuragico (brunzìttu nuragicu in lingua sarda) è una scultura bronzea tipica della Sardegna della fase finale dell’età del bronzo e la prima età del Ferro.
Durante gli scavi archeologici sono stati ritrovati nel tempo più di 500 bronzetti, principalmente nei luoghi di culto come i pozzi sacri ed i cosiddetti megara nuragici, nei villaggi e negli stessi nuraghi.
Numerose statuette sono state ritrovate anche in scavi effettuati nell’Italia centrale e precisamente nelle tombe etrusche del IX-VIII secolo a.C..
Gli archeologi non sono riusciti ancora a datare le figurine con precisione: si presume siano state realizzate dal IX secolo a.C. al VI secolo a.C., tuttavia dei recenti ritrovamenti presso Orroli di frammenti di bronzetti risalenti al XIII secolo a.C. hanno rimesso in discussione la loro effettiva datazione.
Ottenuti probabilmente con la tecnica della cera persa, arrivano a misurare fino a 39 cm e rappresentavano scene di vita quotidiana delle popolazioni nuragiche, raffigurando personaggi delle varie classi sociali, figure animali, guerrieri, capi tribù, divinità, od oggetti di vita quotidiana come armi in miniatura, vasi, carri.
Nella produzione di bronzetti spicca per numero di esemplari e per raffinatezza artistica la produzione delle cosiddette navicelle nuragiche, la quale costituisce il più cospicuo numero di riproduzioni in scala di vere e proprie imbarcazioni antiche sia in confronto alle coeve popolazioni preistoriche che storiche, a dimostrazione della grande consuetudine delle popolazioni nuragiche con il mare e l’arte della marineria.
Nelle varie sculture, secondo alcuni, si possono distinguere tre diversi stili:
Stile mediterraneo,
Stile Uta,
Stile Abini-Teti.
Ancora non si conosce se questi stili hanno coesistito o se si sono succeduti uno dopo l’altro nel tempo.
Fonte: Wikipedia